“Penso che si tratti di un’idea inopportuna”. Commenta così Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo dellaChiesa greco-cattolica ucraina, l’idea di far portare la croce durante la Via Crucis al Colosseo di quest’anno congiuntamente dai rappresentanti ucraini e da quelli russi. In una nota diffusa oggi pomeriggio dal suo segretariato a Roma, si fa sapere che l’arcivescovo maggiore di Kiev ha ricevuto “numerosi appelli dei fedeli della Chiesa e della società civile sia dall’Ucraina che dall’estero”, in cui gli si chiedeva di “trasmettere alla Sede Apostolica la grande indignazione e il rifiuto di questo progetto da parte degli ucraini di tutto il mondo”. Nel suo commento condiviso con il Dipartimento dell’informazione della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav ha detto: “Considero questa idea inopportuna e ambigua che non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l’Ucraina. Per i greco-cattolici dell’Ucraina, i testi e i gesti della XIII stazione di questa Via Crucis sono incomprensibili e persino offensivi, soprattutto in attesa del secondo, ancora più sanguinoso attacco delle truppe russe contro le nostre città e villaggi. So anche che i nostri fratelli cattolici del rito latino condividono con noi questi pensieri e preoccupazioni”. “Il Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina – informa la nota – ha quindi informato di aver già trasmesso alle autorità della Santa Sede le numerose reazioni negative di molti vescovi, sacerdoti, monaci, monache e laici, convinti che i gesti di riconciliazione tra i nostri popoli saranno possibili solo quando la guerra sarà finita e i colpevoli dei crimini contro l’umanità saranno condannati secondo giustizia. Il Capo della Chiesa greco-cattolica ha chiesto di rivedere questo progetto”. “Spero – ha aggiunto l’arcivescovo – che la mia richiesta, la richiesta dei fedeli della nostra Chiesa, la richiesta dei fedeli della Chiesa cattolica latina in Ucraina vengano ascoltate”.