“Se continuiamo a sognare in tanti, ci sarà un futuro anche per Chiara”. Così mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, nel messaggio per la Pasqua. Chiara, alunna di scuola media, appena scoppiata la guerra della Russia contro l’Ucraina pubblica su un giornale un appello ai cosiddetti “grandi” della terra: “Vorrei convincervi a non fare la guerra. La guerra è un atto egoistico e individualista. Vorremmo avere un futuro sicuro e tranquillo, ma voi lo state distruggendo. Non potete rubare i sogni di noi giovani”. Ma i “veri grandi” sono “i piccoli”, annota il presule, mentre la realtà, “nella sua marmorea durezza”, sembra “un incubo, infrange l’incanto e rende evanescenti tutti gli ideali. All’utopia della pace reagisce l’inferno della guerra, al desiderio di giustizia la pratica dell’iniquità e dell’arbitrio, al progetto di una vita sensata l’assurdo della morte violenta”. E i piccoli “si chiedono perché”.
“Il più grande sognatore della storia, Gesù, vagheggiava un ‘regno di Dio’ dove sono protagonisti i miti e i poveri, gli ammalati e gli emarginati, gli afflitti e gli assetati di giustizia, gli operatori di pace e i puri di cuore: cioè tutti i ‘perdenti’ – spiega Castellucci -. Il suo sogno sembrava frantumato dalla croce, a cui fu inchiodato dai ‘grandi’ dell’epoca – capi politici, militari e religiosi – e pareva definitivamente tramontato: il realismo, fatto di calcoli, intrighi e strategie, aveva vinto sull’illusione”.
“Se la vicenda del grande sognatore di Nazareth fosse terminata sul Calvario, la pietra del sepolcro avrebbe schiacciato il sogno di un mondo nuovo, la lapide avrebbe murato la speranza. E le crisi ricorrenti nella vicenda umana, che mettono in pericolo sicurezza, salute, beni, pace e ambiente, finirebbero per sigillare nella tomba ogni progetto di futuro. Se invece Cristo è uscito dal sepolcro – conclude il presule -, allora il sogno rispunta più forte della pietra, più forte della croce, più forte del piombo”. “Dio ha risuscitato Gesù: non c’è annuncio più potente nella storia”.