Migranti: Ripamonti (Centro Astalli), “con guerra in Ucraina si arriverà a 90 milioni di sfollati nel mondo”

“La guerra in Ucraina farà sicuramente aumentare il numero degli sfollati nel mondo, si ipotizza intorno ai 90 milioni”. Lo ha detto oggi a Roma padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, presentando il Rapporto annuale 2022 del servizio dei gesuiti per i rifugiati, con sede a Roma. “A metà del 2021 si stimavano già oltre 84 milioni di persone contro gli 82,4 milioni di fine 2020”, ha proseguito padre Ripamonti, di cui “circa 48 milioni sfollati interni. I primi 5 Paesi da cui partono le persone erano, a metà del 2021 gli stessi rispetto all’anno precedente: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar. Ma probabilmente gli avvenimenti dell’agosto 2021 avvenuti in Afghanistan, che la maggior parte di noi fa fatica a ricordare così come fatichiamo a ricordare le persone che continuano a vivere questo dramma, aumenteranno il numero dei rifugiati afghani, già oltre i 2,5 milioni”. Padre Ripamonti ha chiesto all’Europa di avere il “coraggio della pace”, ma di una pace che doveva avere radici lontane, quando invece “abbiamo lasciato nei centri in Libia  migliaia di persone”, oppure “li abbiamo abbandonati in mare” (1.496 morti nel 2021), o “sulla rotta balcanica e sul confine tra Polonia e Bielorussia” o “rimandati indietro nel Paese di primo arrivo a causa del Regolamento di Dublino e di una riforma che tarda ad arrivare”, come pure quella “per il riconoscimento della cittadinanza ai ragazzi stranieri in Italia”. Tra le persone assistite nelle strutture del Centro Astalli, ha ricordato, “oltre il 40% sono state vittime di violenza e tortura, molte passate dalla Libia”. “In questi anni – ha sottolineato – il diritto d’asilo è stato gravemente indebolito da una cultura europea che ha giocato sempre in difesa, mai con il coraggio della pace. Speriamo che la solidarietà di questo periodo nei confronti degli ucraini non sia solo un entusiasmo momentaneo. E di poter ricostruire una Ue più altruista: servono regole che umanizzino”. Ha poi messo in guardia sul tema della digitalizzazione in Italia – citando lo Spid e il Green pass – che “se non gestita adeguatamente rischia di essere un ulteriore elemento di disuguaglianza”.

 

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