“È difficile sapere come sta ogni famiglia o quanto tempo possono durare. Ma di sicuro la crisi umanitaria è molto grave”. È la testimonianza da Kiev del nunzio apostolico in Ucraina, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, rilasciata in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). “Vengo contattato da molte persone, e riceviamo richieste e offerte di aiuti umanitari che in un momento come questo sono molto difficili da organizzare”, dice il nunzio. A Kiev – racconta – è difficile spostarsi, perché ci sono posti di blocco ogni pochi metri e alle 20 inizia il coprifuoco. Dal 24 febbraio, ogni giorno e ogni notte ci sono stati attacchi missilistici in diversi punti della città ma “noi della Nunziatura non siamo in una zona centrale, quindi per ora non abbiamo visto da vicino nessuno dei bombardamenti. In altre città – prosegue il nunzio – come Kharkiv, le zone residenziali sono state gravemente colpite. Kiev è relativamente calma, per alcuni aspetti, rispetto ad altre città: Irpin, che è un sobborgo di Kiev, o Kharkiv, Chernihiv o Mariupol… Kiev è ancora collegata al mondo esterno, tuttavia, la crisi umanitaria è molto grave qui e in alcune altre città dell’Ucraina”. C’è comunque preoccupazione: “Sembra che l’esercito russo si stia avvicinando alla città, quindi in questi giorni le organizzazioni umanitarie sono state più attive”. Il nunzio descrive ad Acs lo stato d’animo della popolazione: “Sentiamo che questa è una tragedia che dobbiamo affrontare insieme, dobbiamo aiutarci a vicenda e pregare molto. Vedo molto ottimismo. Nonostante le terribili tragedie, vedo ottimismo tra molte persone, soprattutto sacerdoti e religiosi. Certo, non credo che si possa trovare lo stesso ottimismo tra i malati, coloro che hanno bisogno di cure, o le donne che partoriscono o hanno bambini. Le nostre armi principali, per così dire, sono l’umiltà, l’abbandono totale a Dio, la solidarietà e l’amore. Perché in ogni caso se siamo qui gli uni per gli altri, se siamo vicini a Dio, se siamo fedeli, Lui si prenderà cura di noi. E così è durante questa guerra, che non è un’invenzione puramente umana, c’è qualcosa di demoniaco in essa, come c’è in tutta la violenza. E possiamo sconfiggere il male in questa guerra solo insieme, in tutto il mondo, attraverso il digiuno, la preghiera, molta umiltà e amore”. Acs ha stanziato un pacchetto di aiuti da 1,3 milioni di euro per le diocesi più bisognose. “Ci sarà moltissimo da fare – dice il nunzio – perché ci sono centinaia di scuole distrutte, ospedali, case. Le necessità saranno enormi. Quindi ogni aiuto che arriva sarà molto apprezzato. Ce ne vorrà tantissimo”.