Ucraina: Usmi e Cism, “dobbiamo osare l’integrazione scolastica degli studenti in fuga dalla guerra”

“Gli attuali scenari di guerra, che hanno sconvolto i nostri giorni, interpellano le coscienze e invitano ad essere costruttori di pace. La vicina Ucraina, terra martoriata dalla insensatezza di questo conflitto, necessita di concrete e urgenti risposte”. Lo scrivono madre Yvonne Reungoat, presidente dell’Usmi nazionale, e padre Luigi Gaetani, presidente della Cism nazionale.
“Le scuole pubbliche paritarie sono impegnate, accanto alle scuole pubbliche statali, ad accogliere i bambini/ragazzi profughi in età scolare, pellegrini verso la nostra Penisola, dando loro una speranza e garantendo il diritto all’istruzione”, dicono, ribadendo che “le scuole pubbliche paritarie si confermano in prima linea, anche in questa emergenza – come in quella del Covid -, in dialogo e collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, a garantire e promuovere il rispetto e la dignità dei diritti fondamentali di ogni individuo, iniziando da quello all’istruzione e alla formazione”.
Madre Reungoat e padre Gaetani si dicono “convinti, come sottolinea il capo Dipartimento della Pubblica Istruzione Stefano Versari, che dobbiamo osare l’integrazione scolastica degli studenti in fuga dalla guerra, assicurando loro l’inserimento, il più possibile vicino ai luoghi presso cui questi ultimi trovano asilo, nel mondo della istruzione”.
“Abbiamo già chiesto ai superiori maggiori, come scuole Usmi e Cism, di allargare ‘lo spazio della tenda’ (Isaia 54,2) e accogliere bambini e adolescenti ucraini inserendoli, previo consenso del Ministero della P.I. e delle Prefetture, nei contesti educativi riconosciuti del nostro Paese, consentendo loro e alle famiglie di sperimentare la cultura dell’inclusione e della socialità. Infatti, l’accoglienza non è mai uno slogan vuoto, ma impegno esigente della società civile di ogni Paese”, osservano, concludendo: “Noi vogliamo esserci su questa linea di confine, non vogliamo sprecare questa occasione che è già patto educativo, impegnando le forze e mettendo a disposizione le strutture per ricostruire contesti di pace, di solidarietà verso i più fragili e vulnerabili, aprendo spazi di comunione, perché la pace è comunione, come ricordava don Tonino Bello”.

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