“I rifugiati ucraini sono i nostri fratelli e le nostre sorelle. Il governo britannico, insieme a quello degli altri Paesi europei, deve rispondere al loro bisogno di cibo e di una casa. Qualche progresso è stato fatto nella concessione dei visti. Tuttavia ritardi burocratici nella loro distribuzione non sono accettabili, davanti a una sofferenza così evidente, e, visto che ci sono chiaramente i mezzi per aiutare queste persone, non ci sono scuse se non lo si fa”. Con questo commento, rilasciato al Sir, il vescovo John Arnold, responsabile della diocesi di Salford, vicino a Manchester, e membro della Commissione per gli affari internazionali della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, interviene nel dibattito sull’accoglienza ai rifugiati ucraini in corso in questi giorni nel Regno Unito. Il ministero britannico degli Interni è stato, infatti, molto criticato perché ha concesso, all’inizio della guerra, soltanto 50 visti agli ucraini che avevano chiesto asilo. Nei racconti degli oltre undicimila rifugiati, che stanno facendo domanda di asilo, il sistema online spesso smette di funzionare e richiede, addirittura, l’invio di documenti per posta. A centinaia di vittime della guerra, molti con parenti nel Regno Unito, è stato anche chiesto di andare a Parigi o a Bruxelles perché l’assistenza necessaria a Calais non era disponibile. “Siamo tutti scioccati dalla tragedia di queste persone molte delle quali sono malate e anziane”, ha detto ancora il vescovo John Arnold.