“La Chiesa è nella storia. È figlia della propria storia e del proprio popolo e cresce insieme al popolo. Si vorrebbe che questo cammino di maturazione sia molto più veloce ma bisogna fare i conti con la realtà. Sono sicuro che la massa critica di persone per le quali la giustizia, la verità, la pace, sono concetti fermi, non suscettibili ad essere messi in discussione per vantaggi politici o strategici, stia aumentando”. Risponde così Giovanni Guaita, sacerdote e monaco della Chiesa ortodossa russa che in una intervista rilasciata oggi al Sir spiega le posizioni prese dal Patriarcato di Mosca rispetto al conflitto in atto in Ucraina. Sardo originario di Iglesias, Guaita esercita il suo ministero presso la chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Mosca. E’ uno degli autori di una lettera aperta, firmata da 300 chierici ortodossi russi, che chiedono la pace e l’interruzione del conflitto in Ucraina. Una posizione coraggiosa, considerando le ultime iniziative prese dal governo russo per limitare e controllare il dissenso. “Non ho paura – dice subito il parroco – perché penso che un sacerdote, un cristiano, una persona deve rendere conto prima di tutto alla propria coscienza, a Dio e alla storia. C’è un ordine logico di sottomissione. Certamente un cristiano riconosce l’autorità dello Stato, ma sa che ci sono anche autorità superiori che sono quelle della coscienza e di Dio”. E poi spiega: “Bisogna considerare il fatto che il Patriarca Kirill si trova a capo di una chiesa che vive in Ucraina, ma anche in Russia e in Bielorussia. Dunque, si trova in una posizione estremamente delicata, difficile e scomoda. Io personalmente – ma anche tanti altri nella chiesa, sia laici che sacerdoti e probabilmente anche vescovi – desidereremmo una maggiore presa di posizione, più netta e più esplicita. Direi che fin qui è stata una parola piuttosto implicita. Il Patriarca ha chiesto di pregare per la pace e di porre fine a qualsiasi violenza. Avremmo gradito qualcosa in più. Il metropolita di Kiev Onofrio, a guida della chiesa ortodossa ucraina dello stesso Patriarcato di Mosca, è stato molto più esplicito, rivolgendo un accorato appello a Putin, oltre che a tutti i fedeli. Ma la Chiesa non è soltanto il Papa o il Patriarca e i metropoliti. La Chiesa è: dove due o più sono uniti nel nome di Gesù Cristo. Quindi anche le opinioni e i desideri dei fedeli sono in certo senso opinioni e desideri della Chiesa. Credo che sia una questione di tempo. C’è una opinione pubblica anche all’interno della chiesa che sta maturando e che sta a mio avviso crescendo. Ma è per ora minoritaria”.