“Si sta vivendo un momento cruciale per la Dottrina sociale della Chiesa, ma anche per la evangelizzazione del sociale e la sua connessione con la Pastorale sociale. Con il tempo, anziché divenire più prezioso il suo contributo nell’animazione e nella costruzione di una nuova società secondo il primato del Vangelo è, al contrario, cresciuto l’infeudamento dei valori cristiani alle scelte di scuderia dei partiti”. Lo ha detto mons. Mario Toso, vescovo di Faenza, intervenendo alla presentazione, ieri, all’Università Pontificia Salesiana di Roma della seconda edizione del suo volume “Dimensione sociale della fede. Sintesi aggiornata di dottrina sociale della chiesa” (Las, Roma 2022).
Il presule ha osservato che “sembra, in sostanza, che sia venuta meno la consapevolezza nella valenza critica e rinnovatrice della Dottrina sociale della Chiesa rispetto al prevalere di un sapere unico, di una cultura immanentista, priva di trascendenza”. “Diventa, pertanto, necessario indicare le ragioni fondamentali della capacità della Dottrina sociale della Chiesa di superare la crisi della ragione, sia speculativa sia pratica; di offrire le basi di un umanesimo trascendente, come anche un sapere sapienziale, all’altezza delle sfide odierne, senza alcun complesso d’inferiorità”.