Anche la rete mondiale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) è mobilitata per venire in soccorso alla popolazione dell’Ucraina che sta lasciando il paese per sfuggire alla violenza e alla distruzione della guerra. Catholic Mission Australia, la denominazione delle Pom australiane, in contatto con quelle di Europa maggiormente coinvolte, sta rispondendo alla loro richiesta di aiuti per i rifugiati in fuga dall’Ucraina, ormai decine di migliaia. “La preghiera e il sostegno materiale a coloro che sono colpiti da queste tragiche circostanze sono espressione della solidarietà della Chiesa universale, mentre ci sforziamo di portare speranza a coloro che ne hanno così tanto bisogno”, afferma il direttore nazionale di Catholic Mission, padre Brian Lucas, nella nota inviata all’Agenzia Fides. In Romania i fedeli locali stanno fornendo soccorso di emergenza e sostegno pastorale, mentre è in atto una crisi umanitaria, afferma don Eugen Blaj, direttore nazionale delle Pom in Romania. “La maggior parte sono donne con bambini, che cercano di salvarsi la vita dalla guerra”, sottolinea. I centri per i rifugiati sono affollati e i servizi essenziali e i fedeli locali stanno facendo il possibile per fornire materassi, lenzuola, cuscini e cibo, oltre a pannolini e articoli sanitari di base”. È forte il dolore che provano i rifugiati, “se chiedi loro qualcosa, iniziano a piangere”, dice don Blaj. In Polonia i rifugiati trovano accoglienza nelle parrocchie e nella cappella delle Pom si prega per la pace nel mondo. “In questi tempi difficili, noi, Famiglia salesiana dell’Ucraina, chiediamo a tutto il mondo salesiano di unirsi e aiutare il popolo ucraino in questo tragico momento, pregando per la pace e sostenendoci con gli aiuti umanitari”, è quanto dichiara in un comunicato don Anatoliy Hetsyanyn, delegato di Comunicazione sociale della Visitatoria dell’Ucraina greco-cattolica (Ukr). “Le nostre case, oratori e scuole salesiane hanno aperto le loro porte agli sfollati – prosegue il salesiano –. Qui a Leopoli, dove sono arrivate migliaia di donne e bambini, aiutiamo con l’alimentazione. I centri di pastorale giovanile sono diventati centri di primo soccorso per la popolazione colpita. Giovani e genitori stanno facendo tutto il possibile per sostenere le regioni più colpite. Ogni giorno inviamo cibo e forniture mediche alla popolazione sull’orlo di una catastrofe umanitaria”. “L’aiuto umanitario internazionale è già iniziato – prosegue ancora –. Ringraziamo la Famiglia salesiana della Slovacchia che ha già inviato aiuti umanitari. Al momento stiamo organizzando un’assistenza internazionale su larga scala per la popolazione civile che ha maggiormente sofferto a causa dei bombardamenti”. Conclude il salesiano: “Alcuni dei nostri confratelli sono direttamente nella zona di combattimento e stanno aiutando la popolazione civile fornendo il più necessario e soprattutto sostegno spirituale”.