“Com’è vicina la guerra ora che è sempre più vissuta non solo nei racconti delle tante ucraine che vivono a Ferrara e provincia ma anche dalle lacrime, dai silenzi e dalla riconoscenza delle prime famiglie arrivate nella nostra città”. Lo si legge su “La Voce di Ferrara-Comacchio”.
Una di queste è composta da Tania e dai suoi figli Bodan di 7 anni e Maxim di 16, arrivati da una località vicino a Ternopil la scorsa settimana in città e accolti dalla famiglia di Cinzia Bracci, presidente del Cds (Centro ricerca documentazione e studi economico sociali). Cinzia vive in aperta campagna a Denore vicino alla diga di Valpagliaro in tre appartamenti contigui insieme al marito, alla madre e alla sorella. L’anziana madre, 91enne, da tre anni è accudita da Mariya, madre di Tania.
Mariya è in Italia da 20 anni, ogni tanto riesce a tornare a casa in Ucraina. Grazie a quel che guadagna qui in Italia finora è riuscita a mantenere Tania, Bodan, Maxim e altri nipoti. Grazie al suo lavoro ventennale a Ferrara ha reso possibile la costruzione della casa dove vivono la figlia, il genero e i nipoti. Quella casa che ora hanno dovuto abbandonare e che non sanno quando rivedranno.
Ora la casa “allargata” di Cinzia, oltre che la casa di Mariya, è diventata anche quella di Tania, Bodan e Maxim.
Quest’ultimo voleva rimanere col padre a combattere per il suo Paese, ma è troppo giovane per arruolarsi. Qui nella campagna di Denore, però, intanto, ha già fatto amicizia con un suo coetaneo russo. I due parlano in russo tra loro, condividono la passione per le moto. E il desiderio di una normalità e di una convivenza che altri gli negano.