Si tratta del primo accordo bilaterale fra organismi indipendenti di garanzia che renderà possibile, grazie a una sorta di staffetta, monitorare il rispetto dei diritti umani nel corso di tutte le fasi di un rimpatrio forzato: dal Paese di espulsione fino al Paese di rimpatrio. Lo hanno firmato oggi il Garante nazionale delle persone private della libertà (Gnpl) – organismo al quale è affidato il monitoraggio dei rimpatri forzati in Italia – e il suo omologo georgiano, il Difensore pubblico di Georgia, rappresentato dalla capo delegazione Tamar Gvaramadze, alla presenza della console di Georgia, Natalia Kordzaia.
Fino a oggi, il Garante nazionale – che dal gennaio del 2021 al febbraio del 2022 ha monitorato 31 voli charter con destinazione Tunisia, Egitto, Georgia, Gambia e Albania – ha seguito le operazioni di rimpatrio forzato sin dalla fase iniziale (per esempio da un Centro per il rimpatrio), per proseguire all’imbarco in aeroporto e fino al volo, fermandosi però necessariamente all’aeroporto di arrivo.
D’ora in poi, invece, il Garante nazionale e il Difensore pubblico potranno monitorare congiuntamente tutte le fasi del rimpatrio, inclusa quella della presa in carico dei rimpatriandi da parte delle autorità georgiane e quella, successiva, del ritorno a casa. Inoltre, i due organismi si scambieranno informazioni in relazione a imminenti operazioni di rimpatrio forzato dall’Italia alla Georgia nonché alla fase di post-ritorno in Georgia.
Il Garante nazionale, Mauro Palma, ha dichiarato al margine della cerimonia di sottoscrizione: “Sono molto contento di questo accordo con il quale ci poniamo come apripista nel mondo su un tema importante come quello del monitoraggio della fase di ritorno nel Paese di rimpatrio. Molti cittadini non sanno che il Garante nazionale sale materialmente sui voli di rimpatrio forzato – scelti a campione – per vigilare il rispetto dei diritti umani. Finora assisteva fino alla presa in consegna da parte delle Autorità straniere, che avviene a bordo dell’aereo. Grazie alla cooperazione con i colleghi georgiani, lo sguardo del Garante si potrà estendere al Paese di arrivo per capire cosa avviene subito dopo il rimpatrio delle persone”.
La realizzazione dei sistemi di monitoraggio post-ritorno risponde alle sollecitazioni del Parlamento europeo, che nella Risoluzione del 17 dicembre 2020 esorta la Commissione a “garantire l’istituzione di un meccanismo di monitoraggio successivo al rimpatrio per conoscere la sorte delle persone rimpatriate, ove possibile sul piano giuridico e pratico, prestando particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, tra cui i minori non accompagnati e le famiglie”.
L’accordo rientra negli obiettivi del Progetto “Implementazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”, finanziato dal Fondo Asilo migrazione e integrazione in favore del Garante nazionale.