Libera, con la ricerca “Fattiperbene” diffusa oggi, per la prima volta ha monitorato le buone pratiche dei beni confiscati in Europa. Sono 7 Stati membri dell’Unione europea (Belgio, Bulgaria, Spagna, Romania, Francia, Paesi Bassi e – naturalmente – Italia) che hanno avviato esperienze di riuso sociale dei beni confiscati alle mafie. In totale, “sono 13 esperienze di riuso pubblico e sociale in tutta l’Unione europea, escludendo quelle italiane: tre in Spagna, due in Romania, due in Bulgaria, quattro in Belgio, una in Francia e Olanda”. Tra le diverse pratiche di riuso incluse nella mappatura, “la caratteristica comune – spiega Libera – è la finalità di inclusione, promozione cooperativa ed economia sociale, impegno giovanile, servizi alle persone, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale. A questi Paesi, si aggiunge anche l’Albania, con 6 esperienze di riutilizzo pubblico sociale, attivate grazie a finanziamenti internazionali e dell’Unione europea”.