“Il mondo si trova a un bivio esistenziale. Lo scenario da incubo di un olocausto nucleare globale sta diventando spaventosamente una possibilità. I massicci attacchi all’Ucraina e l’imminente minaccia dell’uso delle armi di distruzione di massa hanno portato il mondo sulla soglia dell’autoannientamento. Le scene strazianti degli attacchi in Ucraina hanno sconvolto il mondo. Questo deve finire”. È quanto scrive il card. C, vescovo di Yangon e presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc) in un appello intitolato “Resist the Risk of a Nuclear Winter, Rally for the Global Peaceful Spring” lanciato ai governanti della Russia e a tutti gli altri leader globali per scongiurare il rischio di una guerra nucleare e per promuovere il dialogo. Il card. Bo e i vescovi asiatici si uniscono a Papa Francesco nell’appello e a tutti coloro che vedono nel dialogo lo strumento per risolvere i problemi del mondo all’interno delle Nazioni Unite: “Siamo rincuorati dalla risposta unita della comunità mondiale all’Onu, dove più di 140 paesi hanno votato contro questa guerra di logoramento che minaccia di distruggere la sicurezza umana, il rispetto delle istituzioni globali”. “Ci appelliamo direttamente al presidente Putin – scrive il cardinale -. La Russia è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, incaricato di promuovere la pace nel mondo e garantire i diritti di ogni nazione. Facciamo appello alla Russia affinché cessino gli attacchi all’Ucraina e si torni alle Nazioni Unite per una risoluzione pacifica di tutte le questioni. La pace è sempre possibile; la pace è l’unica via per il futuro dell’umanità”.