Un appello alla comunità internazionale perché si creino al più presto corridoi umanitari, così da consentire alle persone di scappare in luoghi sicuri e ai convogli umanitari di portare cibo e aiuti nelle città bloccate dagli attacchi militari. A chiederlo è S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina nel suo videomessaggio registrato ogni giorno da Kiev. “Questa mattina in particolare il nostro pensiero è rivolto alle nostre città al nord, est e sud dell’Ucraina”, dice l’arcivescovo. C’è grande preoccupazione per la città di Kharkiv, dove “di notte, si è di nuovo sentito il rumore di aerei nemici, e di nuovo questa città pacifica è stata bombardata portando con sé la morte e la distruzione”; per la città di Sumy dove “stanno iniziando i combattimenti per strada”; e per Chernihiv dove “decine di persone sono colpite dalle bombe, dai razzi e da altri tipi di armi”. “Più di tutto oggi il nostro cuore si stringe dal dolore per le città assediate dal nemico, dove inizia una vera catastrofe umanitaria”, dice ancora Shevchuk. “Il nostro pensiero è rivolto a Mariupil, Volnovakha, Kherson. Il nemico assedia, blocca le grandi città impedendo agli abitanti di fuggire, ostacolando la consegna dei viveri mentre le città vengono bombardate dal nemico seminando la morte”. Da Kiev, l’arcivescovo Shevchuk lancia un appello: “oggi desidero rivolgermi alla comunità internazionale: non dobbiamo tacere, facciamo tutto affinché i convogli umanitari possano raggiungere quelle città che oggi il nemico crudele ha stretto nella sua morsa. Dopo che il nemico ha bombardato la città, i palazzi a più piani diventano subito una trappola fredda, senza riscaldamento, senza luce e acqua. Siamo in grado di aiutarli, ma non ci fanno portare i nostri aiuti. Oggi desidero sostenere, desidero rivolgermi a tutti quanti possano veramente aiutare queste persone a livello internazionale. Che si facciano i corridoi umanitari. Che si aprano i percorsi verdi per la vita affinché la popolazione civile possa spostarsi nei luoghi sicuri, mentre i convogli umanitari portino a quelle persone i viveri, il calore, la solidarietà umana”.