“Per evitare l’escalation oltre i confini dell’Ucraina non entreremo nel Paese”: questa la decisione dei ministri degli esteri della Nato, con la presenza di Finlandia, Svezia e Ue che oggi si sono riuniti a Bruxelles per un nuovo incontro straordinario. Parlando ai giornalisti, il segretario generale Jan Stoltenberg ha affermato: “Non siamo parte di questo conflitto. E abbiamo la responsabilità di garantire che non si intensifichi e si diffonda oltre l’Ucraina, perché sarebbe ancora più devastante e pericoloso”. Parole dure contro Putin e la sua guerra, che riserverà probabilmente “giorni a venire ancora peggiori”, ha dichiarato Stoltenberg. Dalla Nato la richiesta a Putin “di fermare immediatamente questa guerra, ritirare tutte le forze dall’Ucraina senza condizioni e impegnarsi ora in una vera diplomazia”. Gli alleati Nato hanno intensificato il sostegno all’Ucraina e “stiamo schierando per la prima volta la Forza di risposta della Nato”, con oltre 130 jet in massima allerta e 200 navi nelle acque europee per “proteggere e difendere ogni centimetro del territorio della Nato”. Preoccupa i ministri anche il rischio che incombe su Paesi come Georgia e Bosnia ed Erzegovina: perché l’aggressione russa “ha creato una nuova normalità” per cui i principi fondamentali possono essere calpestati con l’uso della forza. In ogni caso la Nato resta “impegnata a mantenere aperti i canali per la diplomazia”. Rispondendo alla domanda se la questione della no-fly zone sull’Ucraina fosse stata discussa, Stoltenberg ha affermato che è stata una “decisione difficile quella di non coinvolgere le forze della Nato direttamente nel conflitto”, dal momento che “imporre la no-fly zone sarebbe possibile solo con aerei Nato a controllare i cieli dell’Ucraina, abbattendo aerei russi: questo significherebbe una guerra più vasta”.