“A causa dell’intensificarsi del conflitto 500.000 bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case in soli 7 giorni. È una cosa senza precedenti in termini di portata e velocità. E se le violenze, le munizioni esplosive non si arresteranno, molti, molti di più lasceranno il paese in tempi molto brevi. E temiamo che molti altri saranno uccisi”. Lo ha affermato James Elder, portavoce dell’Unicef alla conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni a Ginevra.
“Dobbiamo ricordare anche coloro che non possono sfuggire ai bombardamenti che colpiscono l’Ucraina. Decine di migliaia di bambini sono in istituti per l’infanzia, molti vivono con disabilità”, ha proseguito, evidenziando che “ci sono poi i bambini malati. Bambini feriti negli ospedali a Kiev”. “Ieri – ha raccontato – sono stato presso un ospedale pediatrico a Lviv. Neonati in terapia intensiva, bambini sotto flebo. La loro fuga è molto più complicata e pericolosa”.
“Mentre i combattimenti continuano, la scorsa notte – ha aggiunto – migliaia di bambini hanno vissuto un’altra terrificante e gelida notte nei bunker, le loro case sono sotto assedio. Altri milioni rischiano di rimanere intrappolati nelle violenze dato che i combattimenti si intensificano dentro e attorno i maggiori centri urbani del Paese. Dei bambini sono stati uccisi. Sono stati feriti. Altri corrono il grave rischio di morire o di rimanere mutilati quando le armi e le munizioni esplosive vengono usate in aree popolate. Centinaia di case sono state danneggiate o distrutte, e ci sono arrivate notizie di scuole, istituti per l’infanzia e centri sanitari che hanno subito gravi danni”. “I bambini devono avere la pace”, ha ammonito Elder, rimarcando che “i bisogni umanitari in tutto il Paese si stanno moltiplicando di ora in ora. Centinaia di migliaia di persone sono senza acqua potabile a causa dei danni alle infrastrutture del sistema idrico e molti sono stati tagliati fuori dall’accesso ad altri servizi essenziali come l’assistenza sanitaria. Il Paese è a corto di forniture mediche critiche e ha dovuto fermare le azioni urgenti per frenare un’epidemia di polio”. Il portavoce dell’Unicef ha voluto ricordare anche i volontari ucraini e le comunità locali, oltre a quelli in Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria, Moldavia, “che sono stati implacabili nel loro sostegno, forza e solidarietà”: “Momenti costanti di grande umanità – ha concluso – sono dappertutto”.