“La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”. “Insieme possiamo arginare questa cultura che vuole affermare un modello di uomo economico, che vale nella misura in cui produce e consuma”, l’invito: “Invece, anche nella sofferenza e nella malattia siamo pienamente uomini e donne, senza diminuzioni, riconoscendoci in quella totalità unificata psico-fisico-spirituale tipica solo della persona umana”. Poi la citazione di San Giovanni Paolo II, che nella Salvifici Doloris si è soffermato sul “riflesso cristiano” presente nella sofferenza: “Se un uomo diventa partecipe delle sofferenze di Cristo, ciò avviene perché Cristo ha aperto la sua sofferenza all’uomo, perché egli stesso nella sua sofferenza redentiva è divenuto, in un certo senso, partecipe di tutte le sofferenze umane. L’uomo, scoprendo mediante la fede la sofferenza redentrice di Cristo, insieme scopre in essa le proprie sofferenze, le ritrova, mediante la fede, arricchite di un nuovo contenuto e di un nuovo significato”. “Andate avanti nel vostro servizio alle persone – l’invito finale – fedeli al vostro slogan che dice: ‘Prevenire è vivere’. Vi accompagni dal Cielo San Leopoldo Mandić – un grande – patrono dei malati di tumore”. “Anche dei tumori spirituali”, ha aggiunto il Papa a braccio: “perché confessava e perdonava tutto: un grande misericordioso, ci vogliono questi preti oggi”.