Economia mondiale: de la Iglesia Viguiristi, “dopo tempesta perfetta causata da pandemia, guerra in Ucraina accentuerà processo verso nuovo ordine globale”

Le prime, disastrose conseguenze economiche della guerra in Ucraina “sono già sotto gli occhi di tutti, e c’è da aspettarsi che accentuino il processo verso un nuovo ordine mondiale”. Non ha dubbi Fernando de la Iglesia Viguiristi, professore di Economia internazionale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e corrispondente dalla Spagna de “La Civiltà Cattolica”. Nel numero 4.123 della rivista, in uscita sabato e come sempre anticipato al Sir, il gesuita analizza lo stato di salute dell’economia mondiale, scossa alle fondamenta da “oltre due anni” di pandemia. “Nessuno avrebbe potuto prevederne e anticiparne le ricadute sia sulla produzione dei beni intermedi e finali, sia sui trasporti. Inoltre, negli ultimi mesi si sono susseguite continue tensioni sui mercati dell’energia, che sta attraversando una transizione difficile e costosa verso la neutralità carbonica, e delle materie prime, i cui prezzi sono in vertiginoso aumento a causa di una domanda smodata.
Se tutto ciò stava già provocando una tempesta perfetta, il panorama si fa ancora più drammatico dopo l’invasione dell’esercito russo in Ucraina e il conflitto armato che ne è seguito. Le sue prime, disastrose conseguenze economiche sono già sotto gli occhi di tutti, e c’è da aspettarsi che accentuino il processo verso un nuovo ordine mondiale”.
La pandemia, osserva l’economista, “ha messo in evidenza i limiti insiti nella globalizzazione ultraliberale, su cui si è basato finora il modello produttivo, così come il rischio connesso alla forte dipendenza dal colosso cinese”. Quest’ultimo, dal canto suo, “sta operando per rendersi sempre più autosufficiente, senza perdere il predominio acquisito nei mercati mondiali. Probabilmente ne verrà come conseguenza uno sganciamento tra l’economia cinese e quella statunitense”.
Inoltre, se le sanzioni consolideranno l’isolamento economico della Russia, “il panorama mondiale cambierà drasticamente”. “Andiamo verso una globalizzazione ridefinita per blocchi sempre più indipendenti (e quindi regionalizzata), che, accanto alle motivazioni economiche, tiene conto anche di criteri etici e di sicurezza?”, l’interrogativo posto dall’economista, secondo il quale “per un periodo consistente la nostra crescita economica verrà limitata da problemi sul fronte dell’offerta, a causa delle alterazioni avvenute nelle catene distributive”.

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