Il 2 aprile si celebrerà l’ottavo “Perdono di Dipodi”, istituito nel 2014 in occasione della riapertura al culto dell’omonimo Santuario dopo il restauro e la dedicazione dell’altare. Chi si recherà in visita al Santuario potrà lucrare l’indulgenza plenaria, per sé o per i defunti, secondo quelle che sono le condizioni indicate e, cioè: recita del Credo; preghiera secondo le intenzioni del Papa (Padre Nostro, Ave Maria, Gloria); confessione e comunione entro gli otto giorni dalla visita al Santuario. In un periodo in cui giungono echi di guerra, il messaggio che si eleva dal Santuario di Dipodi è quello del perdono, dell’amore per gli altri, per i fratelli e le sorelle che in questo momento soffrono a causa di conflitti, di malattie, di egoismi, affermano dalla diocesi. “Perdonare – ricorda il rettore del Santuario, don Antonio Astorino – presuppone il non restare imbrigliati nel rancore, per mantenere aperta o ripristinare la via dell’ascolto, della benevolenza, della speranza. Chi perdona prende sul serio ciò che è accaduto, ma lo supera. Perdonare è un gesto di libertà e un servizio alla verità: solo chi, dentro di sé, ha sciolto i nodi che lo legavano all’egoismo e ha guadagnato robuste dosi di saggezza e di generosità evangelica può perdonare”.