“Nel corso del 2021 abbiamo incontrato 1.333 persone (3.489 tenendo conto anche dei loro familiari) con bisogni urgenti di tipo relazionale, economico, lavorativo e abitativo”. Lo si legge nel Bilancio sociale 2021 pubblicato dalla Caritas diocesana di Imola.
Per il primo anno viene divulgato uno strumento di questo tipo, “ma continueremo a realizzare anche il Rapporto sulle povertà, strumento più tecnico ma molto utile ai fini dell’analisi delle povertà relative ad un determinato territorio – precisa il direttore Alessandro Zanoni -. Con il bilancio sociale vogliamo comunicare in maniera semplice e immediata l’impatto positivo che l’opera di carità ha sulle persone che bussano alla nostra porta. I bisogni che registriamo nei centri d’ascolto sono molteplici, pensiamo che rispondere a tali esigenze possa portare un beneficio a tutta la collettività”.
Sono 16 i centri d’ascolto e i punti di distribuzione dei viveri (le Caritas parrocchiali sono 18), in cui prestano servizio circa 120 volontari attivi. Al Centro di ascolto della sede centrale Caritas tra le persone indirizzate verso soluzioni concrete ai loro problemi personali ed economici ci sono state 80 senza fissa dimora, 91 donne sole con figli, 246 famiglie con minori; il 46% è senza un lavoro e il 64% è seguito dai servizi sociali.
Il servizio di aiuto alimentare da parte delle 18 Caritas parrocchiali del comprensorio, ha raggiunto 2.427 persone nel 2021. Il percorso verso l’autonomia, nelle case di accoglienza e nell’housing sociale, ha registrato progressi per più della metà dei 203 ospiti. Nel 2021, 308 famiglie segnalate dalla Caritas hanno usufruito dell’emporio, nell’80% dei casi composte da 2 o più persone. L’anno scorso, “nonostante la pandemia, è continuata l’accoglienza, con 63 persone senza fissa dimora ospitate ed una media di circa 63 notti a testa. Il 55% di essi aveva più di 50 anni”, viene spiegato nel Bilancio sociale. L’ambulatorio di Caritas Imola ha registrato circa 1.200 accessi nel 2021, grazie a medici, infermieri e farmacisti volontari. Oltre a visite e fornitura di medicinali o ricette, 65 persone senza fissa dimora sono state vaccinate e sono stati effettuati 205 tamponi.