L’ecumenismo spirituale si riflette nell’ecumenismo dei fatti a Lugoj, vicino a Timișoara, nell’ovest della Romania, dove chierici e fedeli delle varie chiese aiutano insieme i rifugiati dall’Ucraina. Con una lunga tradizione ecumenica, i cristiani di Lugoj e Timișoara pregano e testimoniano insieme la fede in Cristo, come hanno fatto anche durante l’incontro ecumenico delle donne all’inizio del mese oppure alla marcia per la vita, il 26 marzo scorso. E dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, aiutano insieme gli ucraini che hanno cercato rifugio nelle loro città e nei dintorni. “In questa situazione difficile non c’è più tempo per parole, bisogna passare ai fatti, e dunque cerchiamo di aiutare anche noi come possiamo”, confessa al Sir don Mihail Titi-Dumitresc, parroco romano-cattolico di Lugoj. Nella sua parrocchia, in ogni anno, durante la Quaresima, è organizzata una raccolta di generi alimentari per i più poveri della città. Quest’anno la raccolta va ai rifugiati ucraini. Ogni settimana il sacerdote cattolico porta i doni della sua parrocchia al centro ortodosso della città che ospita rifugiati o contribuisce ai trasporti umanitari che la Chiesa ortodossa invia in Ucraina. “Ci aiutiamo gli uni gli altri”, spiega don Dumitresc, che è sempre in contatto con i pastori delle altre Chiese cristiane della città, per trovare insieme alloggio per i rifugiati, per aiutare gli ucraini a ottenere documenti o per raccogliere medicinali per l’ospedale di Černivci, in Ucraina.