“A volte c’è posto solo per le lacrime”. Lo ha affermato il Patriarca Bartolomeo al termine dell’incontro con i rifugiati dell’Ucraina a Varsavia. Il 29 marzo il Patriarca ecumenico Bartolomeo I e l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale Polacca, si sono parlati a quattr’occhi, hanno incontrato i rifugiati e hanno pregato insieme per la pace nel mondo. Il capo della Chiesa ortodossa si trova in Polonia su invito del presidente polacco Andrzej Duda. L’incontro – si legge in una nota – ha avuto luogo nel campus dell’Università cardinale Stefan Wyszyński, che ospita circa 90 rifugiati dall’Ucraina. Dopo i colloqui ed aver ascoltato i toccanti racconti sulle esperienze di guerra, il Patriarca ha affermato che è difficile dare un volto o un nome agli eventi dolorosi, è più facile parlare di essi teoricamente. “Non c’è possibilità di immaginare quale grande devastazione abbia provocato questa orribile invasione nel popolo ucraino e nel mondo intero!” , ha dichiarato Bartolomeo I, che si è congratulato per la generosità del popolo polacco e dei Paesi vicini, che hanno offerto le proprie case e il proprio cuore al prossimo. “Tutto il mondo ha un enorme debito di gratitudine nei vostri confronti”, ha sottolineato ringraziando coloro che aiutano ed esortandoli “a non dimenticare mai le lacrime, i volti e l’angoscia dei vostri fratelli e sorelle ucraini. La vostra solidarietà con loro – vero dono del cielo – è l’unica cosa che può vincere il male e l’oscurità nel mondo”. L’arcivescovo Gądecki, ringraziando Bartolomeo I per la solidarietà, ha ricordato le vittime della guerra scatenata dalla Federazione Russa il 24 febbraio – che ha ucciso migliaia di persone innocenti, donne, bambini, anziani, che non avevano nulla a che fare con la guerra, sono state distrutte case, bombardate città e villaggi. “Molte delle azioni dell’aggressore mostrano i tratti del genocidio”, ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale polacca: “E tutto ciò avviene all’inizio del XXI secolo, 100 anni dopo la nascita dell’empio impero sovietico e 77 anni dalla fine della seconda guerra mondiale”, ha denunciato Gądecki, sottolineando che “la brama sfrenata di dominio e la mancanza di rispetto per la vita e la dignità umane hanno portato a rivitalizzare i demoni devastanti del passato”. L’arcivescovo ha ricordato che, per ironia della sorte, in questa guerra combattono due popoli cristiani, slavi, che sono uniti dal battesimo di Vladimiro il Grande, che lo ha ricevuto a Costantinopoli nel 988 con la prima metropolia di Kiev. E ha richiamato le sue parole indirizzate nella lettera al Patriarca Kyrill di Mosca e di tutta la Russia il 2 marzo scorso: “Nessun motivo, nessuna ragione giustifica mai la decisione di iniziare un’invasione militare in un Paese indipendente, il bombardamento di complessi residenziali, di scuole, asili o ospedali. La guerra è sempre una sconfitta dell’umanità. Questa guerra, in ragione della vicinanza di entrambi i popoli e delle loro radici cristiane, è ancora più priva di senso. È lecito distruggere la culla del cristianesimo sul suolo slavo, il luogo del battesimo della Rus’?”. Gądecki ha ricordato che Papa Francesco, e con lui tutta la Chiesa romano-cattolica ha intrapreso molte iniziative spirituali, implorando la pace per l’Ucraina e per tutto il mondo; per questo la Solennità dell’Annunciazione del Signore – nella Chiesa cattolica – è stata una giornata di particolare supplica per la pace coronata dall’atto di consacrazione del mondo, e in particolare della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Al termine il presidente della Conferenza episcopale polacca ha ringraziato il Patriarca Bartolomeo I per la sua presenza e la sua sollecitudine per gli ortodossi ucraini, molti dei quali si trovano in Polonia. Ha assicurato che la Chiesa cattolica si prenderà cura materiale e spirituale di loro, nel rispetto per la loro fede e le peculiarità culturali, in conformità agli insegnamenti della Chiesa cattolica in riferimento ai principi riguardanti l’ecumenismo e la libertà di coscienza e di confessione religiosa. Ha ringraziato anche il clero, le persone consacrate e i fedeli laici per l’aiuto mostrato ai fedeli della Chiesa ortodossa e greco-cattolica, la cui storia e tradizione è così fortemente legata al popolo ucraino. Dopo la lettura di un brano del Vangelo di S. Giovanni, i partecipanti all’incontro hanno pregato per i capi religiosi, perché diventino vivido esempio vivente di portatori di pace, per i fedeli di altre religioni, per i governanti e in particolare “per i governanti di Russia e Ucraina, perché siano guidati da principi che scaturiscono dalla fede cristiana delle loro nazioni, per la rapida cessazione della guerra, per la guarigione dalle ferite spirituali e corporali di tutti coloro che soffrono a causa della crudele guerra”: “Imploriamo il pentimento, la conversione e la penitenza di coloro che hanno iniziato questa guerra”. “Con Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, Ti supplichiamo di parlare al cuore delle persone responsabili della sorte delle nazioni. Distruggi la logica della rappresaglia e della vendetta, e dona attraverso lo Spirito Santo nuove soluzioni generose e nobili, nel dialogo e nella paziente attesa – più fruttuose della guerra violenta”, la preghiera dell’arcivescovo Gądecki.