“Raccomando con tutta la mia sollecitudine pastorale, che si ponga ogni prudente premura per limitare al massimo la possibilità del contagio: da questo pensiero trae origine la disposizione, contenuta nel decreto, che richiede la mascherina per i portatori; a questa cautela sarebbe molto opportuno aggiungere la richiesta, per i portatori, del tampone negativo”. Lo scrive il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, nella sua lettera alla diocesi per la ripresa delle processioni. “Sarebbe opportuno che si aggiungesse l’attenzione da parte di tutti i fedeli, in considerazione della vicinanza oggettiva e non sempre controllabile provocata dall’assembramento della processione, di indossare la mascherina durante le processioni anche se si svolgono all’aperto”, afferma il presule.
Nella lettera, il vescovo ricorda anche la decisione della Cesi di non permettere lo sparo di bombe e di fuochi d’artificio come segno di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina, che in questo momento subisce paurosi bombardamenti e vive nel terrore. “Questa disposizione riguarda segnatamente la Settimana santa; sarebbe opportuno, in ogni caso, che, almeno per tutto il tempo pasquale, lo sparo di bombe e fuochi fosse realizzato con grande sobrietà, continuando anche ad accogliere l’esortazione di tutti i vescovi siciliani a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre diocesi e nelle nostre città”.