Per essere efficace e promuovere la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, la comunicazione istituzionale deve essere “guidata dai principi di trasparenza, integrità, responsabilità e partecipazione degli stakeholder”. Lo sostiene il Comitato nazionale di Bioetica (Cnb) nel parere “La comunicazione istituzionale nell’àmbito della pandemia: aspetti bioetici” pubblicato oggi.
Occorre evitare, sottolineano i bioeticisti, il rischio infodemia e al tempo stesso occorre “tenere distinte le comunicazioni sugli aspetti scientifici della pandemia da quelle sulle misure prese a livello istituzionale”. Una comunicazione in cui “le istituzioni parlino con voci tra loro concordi, giustificando là dove necessarie le differenti comunicazioni su differenti misure, per evitare confusioni e fraintendimenti”. Il parere si sofferma in particolare su come la comunicazione istituzionale debba cercare di promuovere la fiducia dei cittadini, dando al tempo stesso loro la fiducia: “tutto questo richiede chiarezza, trasparenza delle informazioni, non nascondere la complessità del fenomeno pandemico dietro forzate semplificazioni ma, viceversa, illustrare la complessità in quanto tale, e comunicare adeguatamente anche l’incertezza relativa ai dati scientifici e alla loro interpretazione, così come le motivazioni delle scelte assunte dalle istituzioni”.
Una comunicazione istituzionale di questo tipo non si può improvvisare. Così come non si può improvvisare la comunicazione scientifica della pandemia o la comunicazione massmediale che fa da tramite all’una e all’altra. Per combattere la possibile crisi di fiducia, che è trasversale alle tre aree, secondo il Cnb “occorre ricostruire il percorso di mediazione tra chi informa e chi è informato, chiarendo le competenze di chi dà le informazioni, le loro responsabilità, i principi etici e le norme deontologiche a cui devono attenersi”.