Un ragazzo di 12 anni è morto e altre 11 persone sono rimaste ferite (tra cui 7 bambini, tra cui una bimba di 5 anni ricoverata in gravissime condizioni) a causa dell’attentato di sabato (attraverso un pacco bomba) contro la sede della polizia a Ciudad Bolívar, il sobborgo che si trova nel sud della capitale Bogotá, caratterizzato da povertà e tensioni sociali, a causa dei continui sfollamenti di persone che fuggono dalle periferie della Colombia a causa della violenza. Le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine stanno indagando sulla matrice dell’attentato.
“Sono profondamente rattristato per l’atto terrorista – dichiara al Sir il gesuita Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità, al termine della messa celebrata a La Soledad, nella sede della provincia della Compagnia di Gesù, nel centro della capitale –. La Colombia non riesce a uscire dalla guerra, che continua a fare molti danni, ai bambini, alle comunità povere, ai contadini sfollati a Ciudad Bolívar, all’esercito, è un danno continuo, molto doloroso… La soluzione della guerra è riconciliazione e dialogo”.
Commenta da Bogotá Cristiano Morsolin esperto di diritti umani: “L’attentato contro la sede della polizia a Ciudad Bolívar fa esplodere la violenza dentro alla capitale di 8 milioni di abitanti, dentro a questo quartiere dormitorio poverissimo, dove lo Stato non garantisce i diritti di base per masse e moltitudini storicamente emarginate. Tra le vittime ci sono ancora dei bambini, in un Paese dove 560.000 bimbi soffrono oggi lo scandalo della fame. Il Governo aumenta la spesa per gli armamenti, mentre 21 milioni colombiani non mangiano tre volte al giorno e la stessa Fao ha lanciato un allarme sulla denutrizione”.