La guerra in Ucraina “ha martirizzato un popolo e colpito l’Europa; una guerra preannunciata in questi anni e sottovalutata ma, nello stesso tempo, inspiegabile ed inattesa nella sua carica di tragedia per milioni di uomini, donne, bambini”. Lo ha detto il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia della messa celebrata questa mattina nella basilica cattedrale S. Marco in occasione della solennità dell’Annunciazione del Signore e nei 1600 anni dal tradizionale dies natalis della città di Venezia, e in unione spirituale con il Papa per l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.
“Chiediamo a Dio – ha proseguito Moraglia – il dono della pace ben sapendo che pace e diritto, pace e giustizia, pace e verità sono strettamente connessi – non si può volere l’una senza gli altri elementi – e che la pace è compromessa da ogni atto che va contro il diritto internazionale, che si traduce in forme di ingiustizia e semina morte tra gente innocente ed inerme (bambini compresi). E non può lasciare indifferenti o insensibili anche di fronte ai molti interrogativi che questa guerra, come d’altro canto ogni guerra, suscita”. “Da Venezia, città dell’incontro, dell’ascolto, dei cammini condivisi, città dei legami tra Oriente e Occidente, si levi un grido e una preghiera di pace, in sintonia con i numerosi e accorati appelli di Papa Francesco”, ha aggiunto il patriarca. “Invochiamo che si fermino al più presto i massacri in corso nella terra ucraina. Dio converta i cuori e purifichi le volontà in vista della pace. Anche la nostra città – fedele ai richiami delle sue origini – si rinnovi e cresca sempre più in umanità, in fede, in concordia e in pace”.