Dopo l’aggressione russa, Missioni Don Bosco ha potenziato il suo intervento a sostegno dei progetti in Ucraina come risposta di pace a un atto di guerra. Le attività in corso con i salesiani in quella terra si sono convertite rapidamente in un sostegno di tipo alimentare, medico e di servizio alla popolazione colpita. Due viaggi, uno a metà di febbraio di una delegazione salesiana, l’altro dal 4 al 13 marzo del presidente di Missioni Don Bosco, don Daniel Antúnez, sono serviti a raccogliere le richieste e a perfezionare la rete di aiuti. In una dichiarazione resa nota dalla rete salesiana don Antúnez si è detto “pronto ad andare ovunque con il Papa per operare per la pace in Ucraina”. Rientrato da pochi giorni in Italia dopo un viaggio che l’ha portato a incontrare i confratelli salesiani di Slovacchia, Polonia e Ucraina (a L’viv), il presidente si sta occupando dell’accoglienza a Valdocco di un gruppo di 39 profughi che gli sono stati affidati. Missioni Don Bosco ha ricevuto dal Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, l’incarico di fare da capofila per le organizzazioni di solidarietà internazionale promosse dalla congregazione salesiana in Italia. Una rete che sta operando per orientare nella direzione più efficace la generosità che si sta manifestando anche nel nostro Paese. “Dopo il primo soccorso spontaneo, occorre assicurarsi dell’efficacia degli aiuti. L’esodo dal Paese richiede il massimo rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona, a incominciare dai bambini non accompagnati e dalle donne sole. L’afflusso di beni non deve creare sul posto problemi di stoccaggio e di distribuzione” avverte don Antúnez. Da ciò è scaturito un programma immediato di interventi su misura di quanto richiesto dalle comunità. Così è stato acquistato un van che i salesiani di Cracovia utilizzano per portare in Ucraina i beni richiesti e per tornare con chi espatria per fuggire. Fra i vari carichi (alimentari, medicali e di protezione) ci sono i generatori di energia elettrica da utilizzare dove la rete pubblica è stata distrutta o non assicura continuità. I costi di logistica per gli aiuti alimentari sono affrontati compiendo gli acquisti nelle località più vicine al luogo di destinazione, come nelle località di confine della Slovacchia. I progetti sostenuti da Missioni Don Bosco in varie località dell’Ucraina e nei Paesi limitrofi si sono convertiti in centri per operare i soccorsi, con l’occhio rivolto al “dopo” quando – si spera presto – gli Ucraini potranno tornare a vivere nelle loro città e avranno bisogno di una “normalità”. Fra i vari interventi, la messa in protezione dei 47 ragazzi e di 5 educatori dall’orfanotrofio di Leopoli affidati al padre provinciale dei salesiani, p. Mikhajl Chaban. I ragazzi, di età tra i 6 e i 16 anni, sono tutti al sicuro dopo il trasferimento in Slovacchia avvenuto quattro giorni dopo l’inizio della nuova invasione russa. Sono ospitati presso dieci famiglie e cinque comunità salesiane convenzionate con il Centro statale per l’Infanzia e la Famiglia. Missioni Don Bosco sta raccogliendo le offerte dei numerosi benefattori che spontaneamente o subito dopo l’appello lanciato stanno affidando risorse finanziarie per questa emergenza a tutto campo.