“Il Libano è sull’orlo di una crisi di sicurezza alimentare senza precedenti. L’Ucraina ha fermato le sue esportazioni alimentari e le sanzioni ostacolano le esportazioni dalla Russia”. È quanto denuncia l’ong Un Ponte Per attiva nel Paese dei Cedri che “importa il 66% del suo grano dall’Ucraina e il 12% dalla Russia”. “L’esplosione del porto di Beirut nel 2020 – aggiunge l’ong – causò la parziale distruzione dei silos di grano nel porto della città, che custodivano l’85% delle riserve di cereali del Libano. Oltre al grano, da oltre una settimana mancano dagli scaffali dei supermercati altri prodotti di consumo provenienti da Ucraina e Russia, tra cui olio da cucina e latte in polvere”. “Quello che sta accadendo è terribile. Come sempre, il conflitto colpirà molto duramente i più poveri” afferma Christina Foerch – co-fondatrice Fighters for Peace, partner di Upp, un’organizzazione no-profit fondata da ex combattenti e attivisti civili, che promuove la costruzione della pace e il dialogo tra le comunità libanesi. Abbiamo a che fare con uno stato frantumato, incapace di fare qualsiasi cosa. Con la guerra in Ucraina la minaccia di un’altra impennata dei prezzi e dell’insicurezza alimentare è grande. In Libano la situazione è veramente drammatica, le persone soffrono privazioni indicibili, sono state abbandonate e neanche le grandi proteste di massa del 2019 sono riuscite a cambiare qualcosa”. Le famiglie aiutate da Upp con i sostegni a distanza in Libano e che vivono nei campi sono le più colpite. Dieci giorni prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, una nota di un altro partner locale Assomoud, informava che “le famiglie palestinesi erano allo stremo a causa dell’inverno particolarmente rigido. La scarsità di carburante e di gas per il riscaldamento, insieme alla tremenda inflazione aveva lasciato al freddo migliaia di famiglie nei campi profughi. Se un mese fa il bisogno principale per le persone era la benzina per ripararsi dal freddo rigido di quei giorni, le conseguenze alimentari del conflitto in Ucraina sulle famiglie più povere si stanno abbattendo con particolare accanimento su un Paese logorato e allo stremo”. Upp continua la sua opera in Libano e attualmente sta lavorando con piccoli agricoltori e cooperative per garantire la sussistenza e la sicurezza alimentare attraverso formazione su come avviare una piccola attività e sovvenzioni che aiuteranno a dare vita ad attività agro-imprenditoriali nei distretti di Aley e Chouf. Nel progetto sono coinvolte anche donne al fine di garantire politiche di uguaglianza di genere e antidiscriminatorie.