“Noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati…”: ha usato le parole del profeta Azaria il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, per descrivere “la condizione dell’amato Libano”, ieri sera durante la messa celebrata presso la chiesa dell’Immacolata – Monastero di San Charbel a Roma affidata ai monaci libanesi maroniti, in occasione della ricorrenza mensile di San Charbel e alla presenza del Presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun, in visita alla Santa Sede e a Roma in questi giorni. “La mancanza di fede – ha detto il Prefetto commentando il brano del profeta Daniele con la supplica del giovane Azaria nella fornace ardente insieme ai suoi fratelli – aveva portato il popolo di Israele lungo i secoli a perdere la propria identità, cercando sicurezza e alleanza con le diverse potenze regionali dell’epoca, l’Egitto da una parte e Assiria e Babilonia dall’altro. Il risultato però fu il fallimento dei sogni di una gloria pensata alla maniera umana, la distruzione del tempio e la deportazione del popolo”. Parole che, ha aggiunto il card. Sandri, “anche noi oggi, per le conseguenze della pandemia, per il dramma dell’insensata barbarie che si sta consumando in Ucraina da settimane, sentiamo più nostre”. Da qui l’invito “a fare tutti un serio esame di coscienza, ciascuno nel proprio ruolo” e a mettersi nella prospettiva del perdono perché “Dio ci ha amati e perdonati in Cristo. Se siamo consapevoli di questo ogni giorno, allora siamo capaci di stabilire relazioni giuste gli uni con gli altri, e di edificare una società giusta. Diversamente facciamo aumentare solo lo scontro e la litigiosità: il dramma però, di cui ci sarà richiesto conto, è che se accade questo la comunità cristiana, non solo in Libano, anziché essere la lampada posta in alto per fare luce nell’oscurità, diventa motivo di scandalo e confusione per gli altri fratelli e sorelle in umanità. San Charbel ha tenuto sempre accesa la fiaccola di Dio, alimentandola con l’olio della preghiera, della consegna di sé e del sacrificio. Ci aiuti oggi e sempre, a seguire i suoi passi”. Il Prefetto ha concluso la sua omelia ricordando l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, il prossimo venerdì, 25 marzo: “sono certo che anche ad Harissa, a Magdouche, a Zahle e in tanti altri luoghi venerdì i figli e le figlie del Libano si uniranno al Santo Padre nella consacrazione. Se un popolo nella prova, come quello Libanese, saprà offrire la sua preghiera per un altro popolo che soffre, certamente il Signore ricolmerà della sua benedizione coloro che lo invocano, perché hanno mostrato di essere fratelli nella prova e nel dolore, e lo saranno ancora di più nella pace e nella riconciliazione che supplichiamo vengano presto”.