“Separati, divorziati e credenti: quale fede può sopravvivere quando un amore muore?”. Questo il tema al centro della serata di riflessioni in programma domani a Fossano. L’incontro, promosso dall’Ufficio per la famiglia delle diocesi di Cuneo e di Fossano nell’ambito del programma “L’anello perduto”, sarà ospitato dalle 20.45 nell’aula magna del Seminario interdiocesano di Fossano.
“L’esperienza della separazione dal coniuge è ogni volta una ferita profonda, sia per chi la vive in prima persona e sia per chi, familiare o amico, ne resta inevitabilmente coinvolto”, afferma il diacono Paolo Tassinari, direttore in solidum dell’Ufficio per la famiglia delle diocesi di Cuneo e di Fossano. “Come vediamo, nella storia della crisi di una coppia, si passa dal fulmine a ciel sereno come quando, quasi improvvisamente, il rapporto si incrina e si spezza, fino alla scelta di separarsi che viene condivisa, o perlomeno presagita, tra i due ex. Scelta che, sovente, è accompagnata da sentimenti opposti che oscillano dall’estremo della rabbia e della frustrazione a quello della liberazione e della rinascita”. “A fronte del fallimento di un matrimonio, gli equilibri delle persone coinvolte cambiano”, prosegue Tassinari, spiegando che “ultimamente mi è capitato di ascoltare un amico che si chiedeva: Come posso vivere la mia fede e il mio rapporto con Dio ora che sono separato? Il mio essere credente è diverso dopo la separazione, non è più quello di prima; sento gli uomini e le donne di Chiesa come giudici della mia storia, anche se non la conoscono, e mi pesa. Vado a Messa sempre di meno, perché non mi sento nel mio posto; da sposato, credere in Dio era più facile, si avevano più certezze”.
A partire da queste sollecitazioni il biblista Angelo Fracchia offrirà “Tracce di spiritualità cristiana” per “riscoprire, da separato e divorziato o in qualunque altra situazione, la qualità autenticamente umana della fede cristiana”.