Fiaso ha stilato un vademecum per promuovere il risparmio energetico indirizzato a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere. Dieci buone pratiche “a costo zero” da adottare per consentire una riduzione del consumo di energia nelle Asl e negli ospedali pubblici, attutendo in parte i rincari di luce e gas che gravano anche sul sistema ospedaliero: dalla nomina dell’energy manager all’implementazione degli impianti di cogenerazione, dal monitoraggio costante delle temperature dei locali ad uso sanitario alla promozione del coinvolgimento diretto dei dipendenti nell’adozione di comportamenti responsabili, come lo spegnimento delle apparecchiature al termine dell’utilizzo o l’attivazione di funzioni di risparmio energetico in fase di standby.
“L’adozione di azioni virtuose finalizzate all’efficientamento energetico e l’utilizzo di fonti di energia alternative rappresentano una scelta strategica necessaria di sostenibilità ambientale ed economica – spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso –. Attraverso le buone pratiche, anche in un ospedale dove macchinari e sale operatorie devono essere necessariamente attivi 24 ore su 24, è possibile ottenere un risparmio energetico significativo: applicando interventi e azioni a basso costo e regolando gli impianti esistenti è possibile ridurre i consumi energetici fra il 10 e il 12%, e grazie ai comportamenti virtuosi adottati dai dipendenti abbiamo calcolato che si possono raggiungere percentuali di diminuzione dei consumi dal 6 all’8%”.
Il Servizio sanitario nazionale destina alla spesa per l’energia 1,4 miliardi di euro, di cui 786 milioni per l’energia elettrica e 616 milioni per il riscaldamento, e si stima che nel 2022 si verificherà un incremento della bolletta energetica pari al 30%, equivalente a circa 500 milioni di euro. Un aumento che graverà sensibilmente sui bilanci delle Aziende sanitarie pubbliche, con effetti sul conto economico e sugli investimenti.