“La cattiveria è il vero male dell’uomo: liberarsene è opera dell’uomo, senza dubbio; ma gli è impossibile senza l’aiuto di Dio: è questo il grande motivo della necessità della preghiera”. Lo ha detto il card. Angelo Comastri nell’omelia della messa che ha celebrato stamani nella cattedrale di Montecassino, nella festa di san Benedetto.
Ricordando un suo dialogo con madre Teresa di Calcutta, il cardinale ha ricordato che per molti “oggi l’apostolato è diventato attivismo e per questo anche la carità non profuma più di Gesù e non porta a Gesù”. Poi, riprendendo la testimonianza di un prigioniero di uno “sperduto lager dell’immensa Russia”, la preghiera al Signore di “toglierci dal cuore la schiuma della cattiveria”. “Vorrei concludere con una confidenza di Jacques Loewe (fondatore della Missione operaia in Francia) il quale riferisce di aver ascoltato nell’abbazia di Citeaux, vicino Digione, queste parole dell’abate ai suoi monaci: ‘Cari monaci, facciamo attenzione, vigiliamo! Perché si può essere atei anche frequentando il coro tutti i giorni; la preghiera, infatti, per essere vera non deve interessare le labbra ma, prima di tutto, il cuore: ricordiamocelo!’”. Quindi, l’augurio del cardinale ai monaci di Montecassino che “la nostra preghiera parta sempre dal cuore e sia un vero abbraccio con Dio: e l’abbraccio con Dio lascia sempre un segno e infonde una luce che si diffonde attorno a voi”. “La nostra preghiera sia vera, sia sincera, sia umile ed esca dal cuore umile e dalla vita santa: soltanto così, arriva al cuore di Dio”, ha concluso.