Ucraina: “Un Ponte Per”, “siamo dalla parte dei popoli, delle persone, dell’umanità”

“Siamo dalla parte dei popoli, delle persone, dell’umanità. Dalla parte dei civili ucraini che soffrono sotto le bombe, sono costretti a fuggire o a resistere in bunker sotterranei. Dalla parte dei civili russi che pure soffrono le conseguenze della guerra: i fratelli, le sorelle, le madri, i padri, le vedove di chi muore per ordine di Putin, senza senso alcuno”. Con queste parole l’ong “Un Ponte Per” annuncia la sua adesione alla Giornata di digiuno per la pace promossa da Papa Francesco e alla Manifestazione nazionale di Roma del 5 marzo indetta dalla Rete italiana Pace e Disarmo di cui l’ong è membro. “Noi di un Ponte Per – si legge in un comunicato che riporta le dichiarazioni del presidente Alfio Nicotra – riteniamo che il nostro Governo e la stessa Unione europea dovrebbero attenersi ad una posizione di ‘neutralità attiva’ e non allineamento, operando innanzitutto per abbassare la tensione, creare canali di dialogo, avvicinare i popoli. L’Ue che per la prima volta rivendica l’acquisto di armamenti è quanto di più lontano avremmo voluto sentire da un’istituzione che è nata per promuovere la pace, la cooperazione e la prevenzione dei conflitti armati. Forse porsi il problema di una nuova architettura di sicurezza europea basata sulla cooperazione e il multilateralismo, che cominciasse a smobilitare le testate nucleari dall’Atlantico agli Urali non sarebbe, questo sì, un vero investimento per la pace e la democrazia, in tutto il continente? Né con la Russia, né con la Nato”. “Siamo vicini alle persone che in Ucraina sono sotto le bombe, in balia delle sirene, in attesa della prossima terribile esplosione. Sosteniamo il coraggio del movimento pacifista in Russia che, scendendo nelle strade, ha scelto deliberatamente da che parte stare, nonostante le minacce e gli arresti di massa. Scendiamo in piazza, mobilitiamoci. Non facciamoci azzittire dal fragore delle bombe e dalle logiche di potenza. Cessi l’aggressione all’Ucraina, si ponga fine subito allo spargimento di sangue, si arrivi ad un negoziato sotto l’egida dell’Onu”, conclude Nicotra.

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