“L’assedio alle città, gli attacchi spietati di questi giorni sono la prova del disprezzo e dell’offesa delle vite umane. La guerra contro un popolo indifeso fatto di uomini, donne, bambini, ragazzi, giovani, anziani, malati, come sono tutti i popoli della terra, è la più grande ingiustizia che possa essere perpetrata”. Con queste parole, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha salutato la numerosa comunità ucraina perugina di rito greco-cattolico che ha incontrato, nel pomeriggio di oggi, Mercoledì delle Ceneri, nella chiesa della Madonna delle Grazie del capoluogo umbro.
Era presente anche il sindaco Andrea Romizi, che ha portato l’abbraccio dell’intera città agli amici ucraini, testimoniato la vicinanza concreta di tanti perugini al popolo ucraino e ha parlato dell’unanime condanna di questa guerra da parte della sua comunità. A evidenziare questa grande spontanea solidarietà è stato il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, definendola “il volto meraviglioso di Perugia” non solo a parole ma con i fatti. “Sono tante le famiglie perugine che hanno dato e continuano a dare la disponibilità ad aprire le porte delle loro case per accogliere quanti arrivano dall’Ucraina. E l’augurio è che queste case restino vuote, perché la follia della guerra si fermi”. Il cappellano della comunità ucraina cattolica, don Basilio Hushuvatyy, ha ringraziato i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose perugine per quanto si stanno prodigando ad organizzare l’accoglienza di profughi in fuga dalle atrocità della guerra, definendola una vera strage di innocenti, soprattutto di bambini. Don Basilio ha ricordato quando il card. Bassetti visitò l’Ucraina. Nel viaggio di ritorno, ha raccontato il sacerdote, “il cardinale si è avvicinato a me dicendomi: ‘Mi sono sentito davvero a casa mia’. E con l’aiuto di tutti, noi ucraini, vogliamo che il nostro Paese resti la casa di tutti”.
Il card. Bassetti ha poi detto: “Cari fratelli e sorelle siamo solidali con voi e con tutti i vostri cari che soffrono. La guerra, purtroppo, non risparmia nessuno, essa è quanto di più assurdo e mostruoso si possa concepire. Da una parte la feroce aggressione delle armate russe e, dall’altra, la disperata, dignitosa, coraggiosa risposta ucraina. La gente è disposta fino a morire pur di difendere quanto essa ha più di prezioso: la vita dei proprio cari e delle proprie famiglie”.
“Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina – ha affermato il cardinale – è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei”. “Dico con forza, come arcivescovo di questa città – ha aggiunto -, l’Ucraina, in questo momento è anche la mia terra, è anche la mia patria a cui non posso rinunciarvi. Noi, come Chiesa e come cristiani, siamo con chi dice e fa la pace e non si rassegna all’orrore della guerra. Papa Francesco, la voce più umile che ci sia nella Chiesa e, al tempo stesso, la più forte, si è fatto sentire continuamente. Da Firenze, la scorsa settimana, sessanta vescovi e sessantacinque sindaci delle nazioni dell’area del Mediterraneo, hanno tutti insieme gridato: ‘No alla guerra!’. E non domani, o domani l’altro, ma adesso, adesso, non quando ci sarà un cimitero ancora più grande di morti”.