“L’eccesso di velocità, che ormai ossessiona tutti i passaggi della nostra vita, rende ogni esperienza più superficiale e meno nutriente”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla longevità, ha fatto notare che “i giovani sono vittime inconsapevoli di questa scissione fra il tempo dell’orologio, che vuole essere bruciato, e i tempi della vita, che richiedono una giusta lievitazione”. “Una vita lunga permette di sperimentare questi tempi lunghi, e i danni della fretta”, ha osservato Francesco: “La vecchiaia, certamente, impone ritmi più lenti: ma non sono solo tempi di inerzia. La misura di questi ritmi apre, infatti, per tutti, spazi di senso della vita sconosciuti all’ossessione della velocità. Perdere il contatto con i ritmi lenti della vecchiaia chiude questi spazi per tutti”. “È in questo orizzonte che ho voluto istituire la festa dei nonni, nell’ultima domenica di luglio”, ha sottolineato il Papa, secondo il quale “l’alleanza tra le due generazioni estreme della vita – i bambini e gli anziani – aiuta anche le altre due – i giovani e gli adulti – a legarsi a vicenda per rendere l’esistenza di tutti più ricca in umanità”. “Ci vuole dialogo tra le generazioni”, ha aggiunto a braccio: “se non c’è dialogo tra giovani e anziani, ogni generazione rimane isolata e non può trasmettere il messaggio”. “Un giovane che non è legato sue radici, che sono i nonni, non riceve la forza, come l’albero, dalle radici e cresce male, cresce ammalato, senza riferimenti. Per questo occorre cercare come esigenza umana il dialogo tra le generazioni”, e in primo luogo “tra nonni e nipoti, che sono i due estremi”.