Nel giorno dell’inizio del cammino quaresimale l’arcivescovo di Malta Charles Scicluna ha celebrato la messa con il rito delle Ceneri nella concattedrale di San Giovanni, a La Valletta, e ricordato che “siamo entrati nell’ultimo mese prima della visita di Sua Santità il Papa in mezzo a noi, se Dio vuole, il 2 aprile”. Nelle parole dell’arcivescovo il riferimento alla campagna elettorale in vista delle elezioni del 26 marzo. “Noi, che abbiamo passato molti secoli sotto il dominio di uno straniero, siamo molto orgogliosi del nostro processo democratico”: il popolo maltese ha sete di “capire, di esprimersi, di democrazia”. E poi l’Ucraina: “Ci spezza il cuore vedere un Paese uscito da secoli di dominio dittatoriale, che era fiorente con grandi sforzi in una stagione di democrazia e oggi è sotto un’aggressione violenta”. “La guerra non è il linguaggio per risolvere i conflitti”, ha continuato l’arcivescovo che, riferendosi alla storia di Malta, ha aggiunto: “Capiamo cosa significa essere assediati, bombardati, umiliati e ricordando le storie dei nostri padri, possiamo capire il dolore che nasce da una dura aggressione”. L’arcivescovo ha parlato del processo di pace “che inizia nel cuore di ognuno di noi”, di solidarietà e riconciliazione, ma anche della necessità “di confessare che forse siamo complici di un sistema ingiusto dove i ricchi diventano più ricchi e i poveri vengono disprezzati”. Preghiamo per l’Ucraina, ha ancora detto mons. Scicluna, “questo grande Paese dove cresce grano che sostiene tanti altri Paesi: preghiamo perché questo grano possa crescere e diventare cibo perché il mondo non venga distrutto dalla malvagità”.