“Oggi è la festa di San Giuseppe. Giuseppe di Nazaret, lo sposo della Vergine Maria, è stato l’uomo che ha legato Gesù al suo popolo, il popolo che Dio si era scelto per portare la sua benedizione a tutta l’umanità”. A ricordarlo ai bambini e ragazzi del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna e i Cori della Galassia dell’Antoniano, ricevuti in udienza in Aula Paolo VI, è stato il Papa. “Gesù non è spuntato dal nulla; non è venuto dal cielo come un extraterrestre, no, Gesù è nato da una donna del popolo di Dio e ha avuto un papà, Giuseppe, che lo ha educato secondo la legge del Signore, gli ha dato l’esempio di cosa vuol dire fare la volontà di Dio”, ha spiegato Francesco: “Un uomo giusto, dice il Vangelo. sono contento che questo nostro incontro sia capitato proprio nella festa di San Giuseppe, perché lui ci insegna che nessuno di noi è un’isola, ma facciamo parte di un popolo, il popolo di Dio. E, grazie a Gesù, al suo amore immenso che ci ha donato sulla Croce, questo popolo accoglie uomini e donne di tutte le lingue, di tutte le nazioni, di tutte le culture”. “Come un grande, grandissimo coro!”, ha esclamato il Papa: “Voi fate questa bella esperienza di cantare insieme, di creare armonia con la varietà delle vostre voci. Pensate: se le vostre voci fossero tutte uguali, tutte identiche, ma che coro sarebbe? Sarebbe noiosissimo, anche brutto. Che musica verrebbe fuori? Non ci sarebbe nessuna armonia, ma solo un unico suono noioso… No, siamo diversi per formare una sinfonia di voci. Per formare una sinfonia di popoli”. “Questo è importante: che tutti i popoli cantino insieme e ci sia la pace”, ha aggiunto Francesco a braccio: “Questa è la pace. La pace non appiattisce le differenze, no, la pace è armonia delle differenze”. “La pace è l’armonia delle differenze”, ha ripetuto il Papa esortando i bambini e ragazzi presenti a fare altrettanto.