“Sono trascorsi vent’anni dall’agguato che tolse la vita a Marco Biagi. Epigoni della criminale avventura brigatista, in preda al più cupo delirio ideologico, colpirono a morte, al ritorno a casa dopo la giornata all’Università, un uomo appassionato e inerme, uno studioso aperto ai fermenti della società”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 20° anniversario dell’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, avvenuto a Bologna il 19 marzo 2002 per mano di un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse.
“Il pensiero deferente – ha proseguito il Capo dello Stato – si rivolge anzitutto alla signora Marina Orlandi e ai familiari, così crudelmente provati, capaci di esprimere nel dolore grande dignità, alimentando, negli anni, l’impegno di ricerca degli amici e dei colleghi di Marco Biagi, dando seguito al suo impegno civile, culturale, politico”.
“Marco Biagi – ha ricordato Mattarella – apparteneva alla schiera di giuslavoristi impegnati a cogliere le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e ad accompagnarle nelle proposte di innovazione anche normative per confermare il significato dell’affermazione contenuta all’art.1 della nostra Carta Costituzionale”. “Altri coraggiosi riformatori al pari di Biagi – ha osservato il presidente – erano stati uccisi, Ezio Tarantelli e Massimo D’Antona. Ciò che il terrorismo pretendeva di cancellare era proprio la capacità di dialogare, di connettere i diritti con le trasformazioni in atto nell’economia e nella società, di tenere viva la mediazione tra istituzioni, imprese, forze sociali, per sostenere lo sviluppo del Paese unitamente ai valori di equità e giustizia”. “Le testimonianze di Marco Biagi e di queste personalità – il tributo di Mattarella – fanno parte della memoria della Repubblica e restano esempi per la nostra comunità, ai quali possono guardare i giovani che vogliano essere protagonisti e costruttori di un domani migliore”.