“Dal 24 febbraio 2022, il mondo non è più lo stesso”: lo affermano, in una dichiarazione, i leader del Consiglio delle Chiese in Estonia, tra cui il vescovo cattolico Philippe Jourdan e il metropolita della Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca Eugeni. Il testo descrive lo strazio della guerra e di come “perdono la vita gli uomini che proteggono la loro terra, così come quelli che sono diventati i servi del male. La guerra ha distrutto bellissime città e rovinato campi che attendevano la semina primaverile”. Il documento sostiene la condanna dell’attività militare russa in Ucraina espressa dall’Assemblea generale dell’Onu, condanna tutte le violazioni del diritto internazionale, che “possono essere qualificate come crimini di guerra”, e in particolare i bombardamenti su postazioni umanitarie e chiese e le minacce alla vita dei civili. I leader delle Chiese fanno appello perché “si fermi la guerra e si torni al comandamento di Cristo di amarci gli uni gli altri, si chieda perdono per la terribile ingiustizia che è stata commessa e si ponga rimedio in tutto ciò che è possibile”. E al popolo estone, riguardo ai rifugiati in arrivo, i leader delle Chiese scrivono: “È nostro dovere cristiano stare accanto a loro e condividere con loro ciò di cui hanno bisogno”. Gli estoni hanno potuto godere del ripristino incruento dell’indipendenza del paese. E questa è stata “una grande grazia di Dio”, ma “anche noi abbiamo bisogno di pentimento e di convertire il nostro cuore a Dio alla luce di tutto ciò che sta accadendo in Ucraina” E di “continuare a pregare per la pace”.