“Il popolo ucraino è una vittima innocente di un’aggressione violenta e dolorosa. La memoria di quanto accaduto nel Vecchio Continente nel secolo scorso deve indurci a rinnegare ogni discorso di odio e ogni riferimento alla violenza, spronandoci invece a coltivare relazioni di amicizia e propositi di pace”. Lo scrive il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, in un intervento sul numero di aprile del mensile Vita Pastorale (Gruppo Editoriale San Paolo), dedicato in gran parte alla guerra in Ucraina. Nel richiamare il recente incontro fiorentino dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo (23- 27 febbraio, ndr), il porporato ne richiama “l’appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche per far tacere le armi”. “Siamo chiamati, come diceva La Pira, a ‘usare il metodo d’Isaia: convertire, cioè, in investimenti di pace gli investimenti di guerra: trasformare in aratri le bombe, in astronavi di pace i missili di guerra!’”, conclude il presidente Cei.
Per Romano Prodi, già premier italiano e presidente della Commissione Ue, “pur avendo saputo dimostrare, per la prima volta, una strategia unitaria nei comportamenti verso l’Ucraina, l’Europa non ha ancora una vera unità in politica estera e militare”. Per questa ragione “non potrà, da sola, svolgere quell’urgente ruolo di mediazione affinché questo folle conflitto finisca in fretta, prima che sia troppo tardi”. “Molti in passato mi hanno rimproverato di aver messo in atto l’obiettivo dell’allargamento dell’Europa ad Est”, ricorda l’ex presidente dell’Esecutivo di Bruxelles sottolineando la gravità del “rischio dell’espansione delle tensioni se la Polonia, l’Ungheria o la Romania non fossero parte dell’Unione europea”. Il problema dell’Europa, secondo Prodi, è “la sua incompiutezza che si traduce, oggi dinanzi alla guerra e solo due anni fa davanti alla pandemia, in una condizione di estrema fragilità”. Di qui la conclusione: “Ritengo che Stati uniti e Cina, le due potenze mondiali, possano agire con forza, insieme, perché si arrivi presto alla definizione di un accordo di pace”. Nel numero della rivista anche un pezzo di p. Francesco Occhetta, che parla di “guerra insensata, sottovalutata dall’Europa”, e un dossier dedicato al crollo delle nascite nel nostro Paese.