“C’è una resistenza dell’umanità anche nei luoghi di conflitto, dove sembra prevalere la barbarie, dove si decidono le sorti di tanti innocenti”. E questa resistenza è “il principio di fraternità che il Padre ha impresso in noi”. Con un messaggio di speranza, in questo tempo di guerra e violenza, si sono aperte questa mattina a Bratislava le Giornate sociali cattoliche europee. A lanciarlo è stato il card. Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nell’omelia pronunciata durante la messa nella chiesa della Santissima Trinità. Si apre ufficialmente oggi nella capitale della Slovacchia la terza edizione delle Giornate sociali cattoliche europee che fino a domenica 20 marzo, riunirà circa 300 partecipanti delegati dalle Conferenze episcopali d’Europa nonché politici europei e nazionali, accademici, giovani e membri di movimenti e organizzazioni sociali cattoliche. L’evento – dal titolo “L’Europa oltre la pandemia: un nuovo inizio – è organizzato dalla Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza episcopale Slovacca, in collaborazione con il Dicastero Vaticano per la Promozione dello sviluppo umano integrale. “Non esiste solo il bianco e il nero. La storia è sempre complessa e la differenza, spesso, la fanno le sfumature”, ha detto il card. Czerny. “E in itinere confessiamo che qualcosa è già in nostro potere: se ancora ci manca la forza del martirio, possiamo già balbettare la parola della mediazione, intervenire a ridurre il male, interrompere la corsa della follia, iniettando nel corpo sociale la forza della compassione. La fraternità è infatti scritta in noi. Non c’è diavolo, non c’è male, non c’è ingiustizia, che possano oscurare del tutto l’amore originario che brilla negli occhi di mia sorella, di mio fratello. Loro sono lo specchio della mia dignità e il pro-memoria del comune indirizzo di casa”.