Fornire ai giornalisti dispositivi di protezione; formarli per lavorare in sicurezza nelle zone di guerra; aiutare i sindacati dei giornalisti ucraini sfollati. Sono le misure messe in campo dell’Unesco dopo l’uccisione e il ferimento di diversi operatori dei media in Ucraina. Protezione e formazione per i cronisti stranieri ed anche quelli locali, diventati all’improvviso corrispondenti di guerra ma impreparati ai rischi che ora corrono.
Si partirà con un lotto iniziale di 125 set di dispositivi di protezione individuale (Dpi), costituiti da giubbotti antiproiettile e caschi. Saranno distribuiti a partire dalla prossima settimana da Reporters sans frontières (Rsf), tramite il suo Centro per la libertà di stampa a L’viv, e la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj).
“Come hanno già dimostrato gli attacchi ai giornalisti durante la guerra, disporre di dispositivi di protezione individuale di alta qualità può salvare vite umane”, spiega la direttrice generale Unesco Audrey Azoulay che martedì scorso ha invitato gli Stati membri a sostenere questo sforzo. l’Unesco sta inoltre traducendo in ucraino e distribuendo in più lingue il suo manuale di formazione per giornalisti sugli ambienti ostili, sviluppato insieme a Rsf
Oltre a questo manuale, l’Unesco sta organizzando corsi online sull’ambiente ostile e sulla formazione al pronto soccorso (Hefat), sul trauma psicologico associato all’operare in una zona di conflitto, in collaborazione con Ifj e Rsf. L’Unesco sosterrà anche gli sforzi per istituire una formazione di persona, in particolare presso il centro per la libertà di stampa a Leopoli. E ancora: l’organizzazione sta fornendo finanziamenti in modo che professionisti qualificati possano essere disponibili h24 attraverso una hotline dedicata istituita dall’Unione nazionale giornalisti Ucraina, che i giornalisti possono chiamare se hanno bisogno di assistenza per l’evacuazione da una zona pericolosa.
Infine l’agenzia Onu sta collaborando con la Federazione internazionale dei giornalisti per trasferire gli uffici dei due sindacati giornalistici ucraini in Polonia, vicino al confine con l’Ucraina. Questo trasferimento garantirà che l’Unione nazionale dei giornalisti ucraini (Nuju), con più di 4000 membri, e l’Indipendent Media Trade Union of Ukraine (Imutu), con circa 2000, possano continuare a fornire supporto pratico a tutti i giornalisti in Ucraina e coloro che sono fuggiti nei paesi vicini.