“Oggi è un giorno triste per l’umanità. Le immagini di Mariupol ci atterriscono e ci riportano con la mente a quelle di altre devastazioni avvenute in teatri di guerra globali negli ultimi anni come in Siria, Yemen, Afghanistan, Iraq e molti altri”, dichiara Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia, per il quale la scritta “deti” davanti al teatro della città assediata, “fa male, molto male, perché anche in questo terribile conflitto bambine e bambini pagano il prezzo più alto, sono target di una guerra che non hanno voluto”. Per questo motivo, sabato 19 marzo, giorno della festa del papà, “come segno di vicinanza a tutti quei bambini e a quelle bambine che hanno baciato e abbracciato il loro papà che è andato a combattere al fronte, alle bambine e ai bambini ucraini vittime della guerra, in fuga o feriti e mutilati, e ai bambini e alle bambine che hanno perso la vita in tutte le altre guerre in corso nel pianeta o che vivono in scenari di conflitto, disperati, soli, chiedo agli italiani un piccolo gesto che illumini le coscienze dei ‘grandi del pianeta'”. Di qui l’invito ad accendere “alle 21 una candela sui nostri davanzali, finestre, balconi di ogni casa in ricordo dei ‘deti’ ucraini che oggi vivono nel terrore, per non lasciarli soli, per ricordare – conclude Iacomini – che anche un solo bambino o una sola bambina uccisa, ferita o mutilata è un imperdonabile crimine contro l’umanità”.