“Il 16 marzo 1978 è una data indelebile nella memoria e nella coscienza del nostro Paese. Il rapimento di Aldo Moro si consumò in pochi tragici minuti, a cui seguirono i 55 lunghi e dolorosi giorni della prigionia conclusasi con l’uccisione dello statista ad opera delle Brigate Rosse. Questa pagina tragica della storia del nostro Paese rappresenta un monito costante sui rischi a cui può essere esposta una democrazia, anche solida”. Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, nel 44° anniversario dalla strage di via Fani nella quale venne rapito Aldo Moro e persero la vita gli agenti della sua scorta Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Domenico Ricci e Oreste Leonardi.
Sottolineando che “è importante ricordare il sacrificio” di queste persone, la terza carica dello Stato osserva che “non si tratta di un mero omaggio rituale ma l’occasione per ribadire l’impegno nella difesa delle Istituzioni democratiche da possibili nuove derive eversive e nel perseguire altresì la verità e la giustizia sulle vicende degli anni ‘di piombo’”.
“Aldo Moro diceva che la verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi”, conclude Fico: “Ritengo che questa verità non sia soltanto un atto dovuto nei confronti delle vittime e dei loro familiari, ma anche uno strumento indispensabile per rendere sempre più forte e salda la nostra democrazia”.