“Gli esseri umani, quando si limitano a godere della vita, smarriscono perfino la percezione della corruzione, che ne mortifica la dignità e ne avvelena il senso”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla vecchiaia, si è concentrato sul tema della corruzione, con ampi interventi a braccio. “Quando si smarrisce la percezione della corruzione, la corruzione diventa una cosa normale”, ha spiegato: “Tutto ha il suo prezzo, tutto si compra, tutto si vende, le opinioni, un atto di giustizia… Questo nel mondo degli affari, in tanti mestieri è comune, e si vive spensieratamente anche la corruzione, come se fosse parte della normalità del benessere umano”. ”Quando vai a fare qualcosa e il processo è un po’ lento – ha raccontato Francesco – quante volte si sente dire: ‘Se mi dai una mancia accelero questo, se mi dai qualcosa vado più avanti. Lo sappiamo tutti questo: il mondo della corruzione sembra parte dell’essere umano, e questo è brutto. Stamattina ho parlato con un signore che mi parlava di questo problema, nella sua terra”. “I beni della vita sono consumati e goduti senza preoccupazione per la qualità spirituale della vita, senza cura per l’habitat della casa comune”, ha proseguito il Papa: “Tutto si sfrutta. Senza preoccuparsi della mortificazione e dell’avvilimento di cui molti soffrono, e neppure del male che avvelena la comunità”. “Finché la vita normale può essere riempita di ‘benessere’, non vogliamo pensare a ciò che la rende vuota di giustizia e di amore”, ha commentato Francesco: “Io sto bene, non devo pensare ai problemi, alle guerre, alla miseria umana, a tanta povertà e a tanta malvagità. Io sto bene, non mi importa degli altri. È un pensiero inconscio che ci porta a vivere uno stato di corruzione. La corruzione può diventare normalità? Purtroppo sì, si può respirare l’aria della corruzione come si respira l’ossigeno. È normale, ma è una cosa brutta, non è buona”.