La Federazione russa da oggi non è più membro del Consiglio d’Europa. Lo ha deciso il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nella riunione straordinaria che si è tenuta oggi. Nella serata di ieri, una dichiarazione congiunta del ministro degli Esteri italiano e presidente di turno del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, Luigi Di Maio, del presidente dell’Assemblea parlamentare, Tiny Kox, e della segretaria generale Marija Pejčinović Burić riferiva che “l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha ritenuto all’unanimità che la Federazione russa non debba più essere uno Stato membro dell’Organizzazione”. All’origine ovviamente l’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina, già duramente condannata perché “ingiustificata e non provocata”. Da qui l’espulsione della Federazione russa, in base allo Statuto dell’istituzione. Dal 25 febbraio, giorno successivo all’attacco, la Russia si era già vista sospendere il “diritto di rappresentazione” sia nel Comitato che nell’assemblea. Mentre l’Assemblea parlamentare votava, però, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov consegnava a Pejčinović Burić la lettera in cui notificava la decisione dei rappresentanti russi di ritirarsi dal Consiglio d’Europa, atto per altro necessario secondo le procedure previste dagli Statuti. Secondo il Consiglio d’Europa, che esprime solidarietà al popolo russo, “con le azioni in Ucraina le autorità russe privano il popolo russo dei vantaggi derivanti dal sistema di protezione dei diritti umani più avanzato al mondo, tra cui la giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo e il nostro vasto sistema di convenzioni”.