App, algoritmi, terapie digitali, nuovi farmaci per il nuovo panorama terapeutico e assistenziale del post pandemia: di tutto questo si è parlato nel workshop “La sfida dell’innovazione terapeutica centrata sui bisogni della persona. Aspetti regolatori e accesso alle terapie”, che si è tenuto oggi a Roma presso l’Hotel Nazionale, promosso dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) – Facoltà di Economia dell’Università Cattolica nel campus di Roma, diretta da Americo Cicchetti, in collaborazione con Farmindustria.
Obiettivo dell’evento, aperto dai saluti di Antonella Occhino, preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, e Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo, è stato inquadrare e approfondire le questioni cruciali per assicurare l’accesso a tutti i pazienti e naturalmente la sostenibilità di cure mediche sempre più personalizzate e sempre più tecnologiche.
“Il settore farmaceutico sta attraversando importanti cambiamenti – ha sottolineato Cicchetti -. I temi della sostenibilità continuano a caratterizzare l’agenda della politica sanitaria a livello globale” mentre “la pandemia ha fatto da apripista ai digital therapeutics, sdoganando le soluzioni di telemedicina, aumentando i livelli di gradimento e la propensione al trattamento domiciliare e gli investimenti nella digitalizzazione; ciò sta spingendo le aziende ad offrire soluzioni che combinano farmaci con dispositivi, servizi e soluzioni digitali”.
“Innovare – ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria – vuol dire sia scoprire qualcosa che ancora non esiste sia portare innovazioni a prodotti già esistenti per rispondere sempre meglio ai bisogni di salute. Un tipo di innovazione terapeutica centrata sulla persona che può essere fondamentale per la qualità della vita dei pazienti” e “dei loro caregiver”.