Papa Francesco, nell’udienza concessa al cardinale penitenziere maggiore, Mauro Piacenza, e al reggente, mons. Krzysztof Józef Nykiel, il 3 marzo scorso, “ha confermato la prassi vigente per il foro interno, ovvero che se un sacerdote ha ricevuto un certo numero di intenzioni per sante messe e si trova impossibilitato a celebrarle, può, per mezzo del proprio confessore, ricorrere alla Penitenzieria apostolica, che, dopo aver valutato il ricorso sulla base delle informazioni ricevute, agirà di conseguenza”. È quanto si legge in una notifica della Penitenzieria apostolica, diffusa oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, a proposito del Motu Proprio “Assegnare alcune competenze”, in vigore dal 15 febbraio 2022. “Di tutti i casi di eventuale riduzione di oneri di sante messe, il penitenziere maggiore informerà il Santo Padre in udienza privata”, si legge ancora nella nota, in cui si ricorda che il Motu Proprio in questione dispone che “la riduzione degli oneri delle messe, da farsi soltanto per causa giusta e necessaria, è riservata al vescovo diocesano e al moderatore supremo di un Istituto di vita consacrata o di una Società di vita apostolica clericali”.