“Il cammino sinodale delle Chiese in Italia incrocia il cammino dei migranti: e i due cammini possono rinnovare la vita della Chiesa e del mondo”. Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, in un editoriale pubblicato nel numero di marzo della rivista “Migranti-Press”. “Stiamo vivendo un tempo di Sinodo – ricorda -, un tempo cioè in cui scopriamo come la Chiesa cammina, è pellegrina. Questa dimensione della Chiesa pellegrina, in cammino è una delle caratteristiche della Chiesa ripresa dal Concilio Vaticano II”. Il Sinodo, prosegue, “aiuta la Chiesa a camminare e aiuta a valorizzare le persone in cammino, i migranti”. Un cammino con tre obiettivi: “Anzitutto la comunione. Il camminare insieme aiuta a conoscersi, a valorizzare i carismi e i doni di ciascuno, a guardare alla stessa meta, ad affrontare insieme le difficoltà. La comunione chiede di guardare anche alla diversità: delle culture, dell’esperienza cristiana, della fede religiosa. Non c’è comunione quando si dimentica la diversità. Il camminare insieme chiede anche di verificare se la comunione apre alla partecipazione, alla responsabilità di tutti nella Chiesa, in forza del Battesimo”. Per le Chiese in Italia, conclude, “il cammino sinodale chiede di verificare quanto le diverse comunità di fedeli cattolici di oltre 100 nazionalità partecipano alla vita delle Chiese locali, quanto quasi un milione di cattolici immigranti tra noi hanno voce nella comunità, quanto conosciamo le loro ‘gioie e speranze, tristezze e angosce’ (G.S.1). E infine il camminare insieme, significa come cattolici italiani e cattolici migranti condividere la necessità di annunciare la gioia del Vangelo, in un mondo disorientato, indifferente, lontano”.