“La guerra è una pazzia, bisogna fermarla”. Così il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ai media vaticani sull’escalation bellica nel cuore dell’Europa. “La posizione della Santa Sede – spiega – è quella che ha ripetuto più volte il Papa: un forte no alla guerra, la guerra è una pazzia, bisogna fermarla. Chiediamo, appellandoci alle coscienze di tutti, che cessino subito i combattimenti. Abbiamo di fronte agli occhi le immagini terribili che ci arrivano dall’Ucraina. Le vittime tra i civili, donne, vecchi, bambini inermi che hanno pagato con la loro vita la follia della guerra. Cresce l’angoscia nel vedere le città con le case sventrate, rimaste senza energia elettrica con temperature sottozero, la mancanza di cibo e di medicinali. Come pure i milioni di profughi, per lo più donne e bambini, in fuga dalle bombe”. Per il segretario di Stato “bisogna avere il cuore di pietra per restare impassibili e permettere che questo scempio continui, che continuino a scorrere fiumi di sangue e lacrime”.
Sul gesto inedito della visita del Papa all’ambasciata russa due giorni dopo l’inizio dell’attacco dell’esercito di Mosca in Ucraina, il card. Parolin spiega che “il Santo Padre voleva manifestare alle Autorità di Mosca tutta la sua preoccupazione per l’escalation bellica che in quel momento era appena iniziata, e ha deciso di fare personalmente un passo in questo senso, recandosi alla rappresentanza diplomatica della Federazione Russa presso la Santa Sede”. Alla domanda sul suo colloquio telefonico con il ministro degli Affari esteri russo, il segretario di Stato risponde: “Ho ripetuto l’appello del Papa per un immediato cessate il fuoco. Ho chiesto di porre fine ai combattimenti e di percorrere la via della soluzione negoziale al conflitto. Ho insistito sul rispetto della popolazione civile e sui corridoi umanitari. Ho anche ribadito, come già aveva fatto domenica scorsa il Papa all’Angelus, la totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione che possa favorire la pace in Ucraina”.